Diagnosi Preimpianto sempre?

Diagnosi Preimpianto sempre?

Opinioni a confronto

In passato, le coppie con un figlio o un membro della famiglia con una malattia ereditaria, hanno avuto a disposizione le seguenti alternative per ridurre il rischio:

  1. astenersi dall'avere bambini e optare per un'adozione
  2. accettare il rischio
  3. optare per l’uso di tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) utilizzando ovociti di una donatrice
  4. sottoporsi a diagnosi prenatale


La diagnosi prenatale prevede l'utilizzo di tecniche come la villocentesi o amniocentesi, e permette l'identificazione di anomalie genetiche, entro le prime 10-16 settimane di gravidanza, in quelle coppie a rischio di trasmissione di una malattia genetica alla prole.


Le due procedure prevedono il campionamento di cellule fetali dalle quali verrà estratto il DNA per effettuare l'analisi di mutazione di specifici geni e/o la determinazione del cariotipo fetale.


Avere la possibilità di una scelta alternativa alla diagnosi prenatale risulta di grande utilità per le coppie a rischio genetico, evitando loro il ricorso all'aborto terapeutico.


La diagnosi prenatale, in diverse popolazioni non è accettata a causa di problemi etico/morali o religiosi associati all'interruzione della gravidanza.


L'evoluzione delle tecniche di fecondazione in vitro (IVF), e la possibilità di ottenere cellule gametiche ed embrionali utilizzabili per la diagnosi di patologie genetiche, ha permesso di spostare l'epoca della diagnosi dalla fase "post-impianto" alla fase "pre-impianto".


Oggigiorno è sempre più frequente incontrare coppie che ricorrono a programmi di procreazione medicalmente assistita (PMA) caratterizzata da alcuni insuccessi, e in questi pazienti, la capacità riproduttiva ridotta è ritenuta dipendere dalla presenza negli embrioni di aneuploidie cromosomiche. Per tale motivo sempre più coppie decidono di intraprendere il percorso della diagnosi preimpianto. 


Questa procedura definita nello specifico Test Genetico Preimpianto (PGT) prevede la fecondazione in vitro, la biopsia embrionaria e la successiva analisi genetica degli embrioni, così da poter aumentare le possibilità di ottenere un bambino sano. 


Il materiale su cui viene eseguito l’esame genetico è rappresentato da più cellule prelevate al quinto/sesto giorno di coltura in vitro (trofectoderma) allo stadio di blastocisti. Tale stadio dello sviluppo embrionale garantisce una maggiore accuratezza dell’analisi genetica, ma anche una maggior resistenza dell'embrione allo stress subito durante la procedura.


Il test genetico preimpianto permette la valutazione dello stato di salute embrionario (PGT-A) in tutte le coppie che si sottopongono a fecondazione in vitro anche se non portatori di malattie genetiche.

Consente inoltre di identificare la presenza di malattie monogeniche (PGT-M) o di alterazioni cromosomiche (PGT-SR) in embrioni in fasi molto precoci di sviluppo, generati in vitro da coppie ad elevato rischio riproduttivo, prima del loro impianto in utero.


Ad oggi esistono principalmente due correnti di pensiero riguardanti quando e chi può accedere alla diagnosi genetica preimpianto. 


La prima afferma che la procedura deve essere effettuata solamente in determinate categorie di coppie, in cui vengono considerati diversi parametri:

  1. età materna avanzata della donna (> 35 anni); è stata dimostrata una correlazione tra l’età materna e il numero di embrioni euploidi;
  2. coppie con ripetuti fallimenti d’impianto in diversi cicli di PMA standard;
  3. coppia con cariotipo normale, che hanno avuto ripetuti aborti spontanei del primo trimestre (≥ 3aborti), non dovuti a cause quali patologie uterine o altri fattori eziologici riconosciuti;
  4. oligoastenoteratozoospermia grave, criptozoospermia o azoospermia non ostruttiva, per cui è necessario prelevare chirurgicamente gli spermatozoi dalle vie seminali;
  5. presenza di uno o di entrambi i membri della coppia portatori di una specifica malattia monogenica;
  6. presenza di uno o di entrambi i membri della coppia portatori di un’alterazione cromosomica numerica o strutturale.


Inoltre viene affermato che eseguire questa procedura su tutte le coppie che intraprendono un percorso PMA presenta comunque dei limiti e dei rischi, come ad esempio:

●     danni fisici all’embrione durante la biopsia;

●     aumento del tasso di mortalità embrionale se la biopsia viene eseguita su blastomero in 3° giornata di sviluppo;

●     mosaicismo embrionale;

●     errore umano;

●     errori diagnostici legati a peculiarità biologiche dell’embrione o a limiti tecnologici;

●     costo della procedura elevato.


Sempre in relazione ai limiti e ai rischi della procedura viene raccomandato di includere la coppia in un percorso PGT, se la diagnosi è fattibile e l'affidabilità della tecnica è elevata. La percentuale di errore della tecnica diagnostica della maggior parte dei Centri internazionali che effettuano il PGT si attesta intorno all'1% e a tale valore massimo dovrebbero tendere i Centri che intendono lavorare con standard qualitativi elevati.


La seconda corrente di pensiero sulla diagnosi genetica preimpianto che si contrappone totalmente alla prima, invece afferma che tale procedura debba essere eseguita a prescindere in tutte le coppie che accedono ad un percorso PMA. Tale affermazione viene fatta perché ci si pone diversi obiettivi:

  1. maggiore selezione embrionaria prima del transfer con conseguente aumento significativo del tasso di bambini nati sani;
  2. scelta del transfer singolo con significativa diminuzione della gemellarità;
  3. diminuzione degli aborti spontanei nel primo trimestre e conseguente risparmio in termini di tempo per la coppia che tanto desidera una gravidanza a termine.


Allo stesso tempo eseguire una diagnosi genetica preimpianto in tutte le coppie comporta costi proibitivi per qualsiasi struttura, sia pubblica che privata. Inoltre i dati presenti nella letteratura scientifica, dicono che un ciclo di PGT sia qualitativamente adeguato, se il tasso di gravidanza cumulativa per ciclo di stimolazione iniziato è pari o superiore al 20%. 


Per tasso di gravidanza cumulativa per ciclo iniziato si intende la percentuale di gravidanza ottenuta al completamento di tutti i trasferimenti embrionali per un dato ciclo di stimolazione. Tale dato è il risultato complessivo del livello qualitativo del centro di PMA dove avviene la stimolazione ormonale, il prelievo ovocitario, la fecondazione, la coltura e biopsia embrionale, la crioconservazione ed il transfer embrionale.


In conclusione possiamo confermare l’importanza che ad oggi ha assunto la diagnosi genetica preimpianto nella PMA, come strumento altamente efficace nel trattamento dell’infertilità per milioni di coppie in tutto il mondo. L’applicazione della biopsia del trofoectoderma combinata all’analisi genetica embrionaria, ha evidenziato buone correlazioni in termini di aumento del tasso di impianto e gravidanza a termine per trasferimento embrionale, oltre ad una riduzione del 70% del rischio di abortività e una riduzione dei fallimenti di impianto. Infine grazie alla possibilità del transfer di singola blastocisti euploide, si è evidenziata una diminuzione significativa della percentuale di gravidanze gemellari. Tuttavia, l’applicazione della diagnosi genetica preimpianto necessita di strutture altamente specializzate e di costi elevati.


Dr. Maurizio Sodano


BIBLIOGRAFIA

  • Rubio C, et al. In vitro fertilization with preimplantation genetic diagnosis for aneuploidies in advanced maternal age: a randomized, controlled study. Fertil Steril. 2017 Apr 19.
  • Diagnosi Genetica Preimpianto - PGT Raccomandazioni SIGU 2017 per la pratica clinica sentenza 229/2015 (riferimento G.U. n. 46 del 18 novembre 2015)
  • Scott RT Jr, et al. Blastocyst biopsy with comprehensive chromosome screening and fresh embryo transfer significantly increases in vitro fertilization implantation and delivery rates: a randomized controlled trial. Fertil Steril. 2013 Sep;100(3):697-703.
  • Chen M, et al. Can Comprehensive Chromosome Screening Technology Improve IVF/ICSI Outcomes? A Meta-Analysis. PLoS One. 2015 Oct 15;10(10):e0140779
  • Ubaldi FM, et al. Reduction of multiple pregnancies in the advanced maternal age population after implementation of an elective single embryo transfer policy coupled with enhanced embryo selection: pre- and post-intervention study. Hum Reprod. 2015 Sep;30(9):2097-106.








scrivi un commento

articolo a cura di

Dott. Maurizio Sodano Medico chirurgo specialista in ostetricia e ginecologia
Dott. Maurizio Sodano. Direttore del centro CMR

recent post

LA BIOPSIA EMBRIONARIA (PGT), IN COSA CONSISTE?

La biopsia embrionaria è oggi largamente utilizzata per migliorare i risultati clinici in termini di impianto embrionario, gravidanza clinica e percentuale di nascite. Tale tecnica permette di individuare e quindi trasferire gli embrioni euploidi. Il Test Genetico Preimpianto (PGT) fu introdotto per la prima volta nel 1993. Le prime biopsie portarono ad uno scarso incremento nell’aumento della percentuale delle nascite, questo perché lo screening genetico che veniva utilizzato (FISH) analizzava solo un ridotto numero di cromosomi. Lo sviluppo successivo di tecniche più sofisticate (a-CGH; NGS; rtq-PCR) portò ad un notevole vantaggio, ovvero permise l’analisi dell’intero pannello cromosomico, rendendo i risultati dell’analisi genetica più affidabili e completi. Dal punto di vista prettamente tecnico la biopsia embrionaria consiste nel prelevare un piccolo campione di cellule dall’embrione (1° e/o 2° globulo polare, 1/2 blastomeri o 5/8 cellule del trofoectoderma) al fine di analizzarlo dal punto di vista genetico. La biopsia dei globuli polari viene utilizzata nei Paesi con particolari restrizioni legali sulla valutazione genetica dell’embrione. La biopsia dei blastomeri viene eseguita quando l’embrione ha raggiunto lo stadio di 6-8 cellule. Tramite l’uso del laser si crea un piccolo foro nella zona pellucida dell’embrione, si rimuovono 1 o 2 cellule (blastomeri)su cui si eseguirà l’analisi genetica. Infine, la biopsia sulle cellule del trofoectoderma si esegue quando l’embrione ha raggiunto lo stadio di blastocisti espansa. La blastocisti è formata da due diversi tipi di cellule: le cellule della massa cellulare interna, che daranno origine ai tessuti fetali e il trofoectoderma, precursore della futura placenta. Anche in questo caso si fora la zona pellucida della blastocisti con il laser e si preleva un piccolo gruppo di cellule (5/8) che rappresenta solo una minima quantità di tutto il trofoblasto. In questo caso la blastocisti dovrà essere crioconservata per un eventuale futuro trasferimento qualora risultasse euploide. Quest’ ultimo metodo è il più utilizzato in quanto è quello che dà una maggiore garanzia di risultato in termini di gravidanza clinica e percentuale di nascite. Si è visto inoltre, che le blastocisti biopsiate in giorno 5 hanno una maggiore probabilità di essere euploidi rispetto a quelle che hanno raggiunto lo stadio idoneo alla biopsia in giorno 6 o 7. Va comunque detto che un embrione euploide biopsiato in giorno 7, ha le stesse probabilità di esitare in una gravidanza di un embrione euploide fatto in giorno 5. Questo ci fa capire quanto sia importante eseguire la biopsia su tutte le blastocisti disponibili, indipendentemente dal loro timing di crescita. Il Test Genetico Preimpianto è sicuramente una tecnica invasiva che deve essere eseguita da embriologi esperti, in quanto vi è una piccola probabilità di danno all’embrione. A tale proposito si stanno studiando delle tecniche non invasive che diano informazioni sul genoma dell’embrione. Ad oggi esistono 2 alternative alla biopsia embrionaria, ovvero l’analisi del fluido presente all’interno della blastocisti e la ricerca del DNA embrionario nel terreno di coltura in cui è immersa la blastocisti. Sebbene molto promettenti, queste tecniche, paragonate alla biopsia embrionaria, non danno ancora dei risultati attendibili al 100%, ne consegue che gli studi su queste procedure dovranno essere ulteriormente approfonditi. Concludendo si può affermare che il test genetico preimpianto (PGT) è una valida tecnica per la valutazione degli embrioni euploidi prima di un transfer. BLIOGRAFIA Dahdouh E.M., Balayla J., García-Velasco J.A. Impact of blastocyst biopsy and comprehensive chromosome screening technology on preimplantation genetic screening: A systematic review of randomized controlled trials. Reprod. Biomed. Online. 2015;30:281–289. doi: 10.1016/j.rbmo.2014.11.015 Sahin L., Bozkurt M., Sahin H., Gürel A., Yumru A.E. Is preimplantation genetic diagnosis the ideal embryo selection method in aneuploidy screening? Kaohsiung J. Med. Sci. 2014;30:491–498. doi: 10.1016/j.kjms.2014.05.008.  Geraedts J., Collins J., Gianaroli L., Goossens V., Handyside A., Harper J., Montag M., Repping S., Schmutzler A.G. What next for preimplantation genetic screening? A polar body approach! Hum. Reprod. 2010;25:575–577. doi: 10.1093/humrep/dep446.  Minasi M.G., Colasante A., Riccio T., Ruberti A., Casciani V., Scarselli F., Spinella F., Fiorentino F., Varricchio M.T., Greco E. Correlation between aneuploidy, standard morphology evaluation and morphokinetic development in 1730 biopsied blastocysts: A consecutive case series study. Hum. Reprod. 2016;31:2245–2254. doi: 10.1093/humrep/dew183.  Rienzi L., Capalbo A., Stoppa M., Romano S., Maggiulli R., Albricci L., Scarica C., Farcomeni A., Vajta G., Ubaldi F.M. No evidence of association between blastocyst aneuploidy and morphokinetic assessment in a selected population of poor-prognosis patients: A longitudinal cohort study. Reprod. Biomed. Online. 2015;30:57–66. doi: 10.1016/j.rbmo.2014.09.012.  Hammond E.R., Cree L.M., Morbeck D.E. Should extended blastocyst culture include Day 7? Hum. Reprod. 2018;33:991–997. doi: 10.1093/humrep/dey091.  Hammond E.R., McGillivray B.C., Wicker S.M., Peek J.C., Shelling A.N., Stone P., Chamley L.W., Cree L.M. Characterizing nuclear and mitochondrial DNA in spent embryo culture media: Genetic contamination identified. Fertil. Steril. 2017;107:220–228. doi: 10.1016/j.fertnstert.2016.10.015.  Capalbo A., Romanelli V., Patassini C., Poli M., Girardi L., Giancani A., Stoppa M., Cimadomo D., Ubaldi F.M., Rienzi L. Diagnostic efficacy of blastocoel fluid and spent media as sources of DNA for preimplantation genetic testing in standard clinical conditions. Fertil. Steril. 2018;110:870–879. doi: 10.1016/j.fertnstert.2018.05.031 ;

15.4.2025
Le testimonianze del CMR: Claudia

Quando hai superato i 30 anni e tutti intorno a te diventano genitori e tu… ogni tanto vorresti ed ogni tanto adori la tua libertà. Ma l’orologio biologico inizia a ticchettare sempre più forte e sempre più rapido. Ti fai mille domande e poi decidi di iniziare a fare dei tentativi “soft”. Purtroppo sai già che per un problema di amenorrea da sola non potrai farcela, quindi prendi coscienza e inizi a tentare facendo dei monitoraggi dell’ovulazione con l’aiuto di una stimolazione. La prima volta che devi fare la puntura sulla pancia hai un po’ di ansia, pensi di non essere capace, di poter sbagliare, invece è decisamente più facile del previsto, forse è peggio per chi ti osserva da esterno che per te stessa. Inizia così il vortice: puntura/ecografia/puntura/ecografia/ e poi arriva il giorno giusto e poi 15 giorni dopo segue il fatidico test. Negativo, negativo, negativo. Forse il mio problema è più grande di quello che avevo messo in conto, ma i medici del resto mi avevano avvisata e quindi bisogna provare qualcosa di più incisivo. Quindi con grande consapevolezza e l’appoggio del partner, si decide di passare al livello successivo, nel nostro caso una ICSI. Ci sono molti esami da fare oltre alla routine ormai conosciuta di punture, ecografie e dosaggi ormonali. Il percorso non è semplice, organizzare gli incastri con il lavoro e l’agenda del centro non è facile ma cercano sempre di venire incontro alle esigenze dei pazienti, questo vale per tutto lo staff al completo: sempre disponibili a rispondere alle domande, a volte anche stupide, che facciamo noi pazienti. Quando arriva il momento del pick up l’ansia è a mille, il giorno del transfer ancora di più. Ma non ci sente mai soli o abbandonati, ci sono sorrisi gentili e spiegazioni costanti. L’attesa più lunga è quella del dosaggio delle BHG: quando arriva il referto quasi non si vuole aprirlo, è tutto li in quel numero. Quando l’ho visto non potevo crederci! Positivo! Avevo solo una possibilità perché le mie uova non erano bellissime e solo una si è fecondata bene, da subito è partita alla grande, si evolveva bene e … ha attecchito bene! Qualche giorno fa ho ricevuto l’esito del mio test prenatale, aspetto un maschietto! È sano e arriverà a fine anno! Grazie al Centro per la disponibilità, la gentilezza, le spiegazioni, gli incoraggiamenti e i sorrisi. ;

15.4.2025
La selezione microfluidica degli spermatozoi

Oggi insieme al Dr. Roberto Sodano, embriologo clinico di CMR, vogliamo affrontare il tema della selezione microfluidica degli spermatozoi durante un ciclo di fecondazione in-vitro. Oggigiorno sono sempre di più le coppie che si rivolgono ad un centro di medicina della riproduzione aventi un deficit di qualità del liquido seminale. Basti pensare che il 5-10% degli uomini sposati ha o ha avuto problemi a riprodursi. Un recente studio ha dimostrato come la necessità per gli uomini di ricorrere ad un trattamento di fertilità sia in aumento del 9% negli ultimi dieci anni. Questo studio conferma, con un’analisi di un amplissimo campione, un trend già evidenziato da molti ricercatori in diversi lavori pubblicati nell’ultimo decennio. Nel 2011, un’analisi pubblicata sulla rivista “Human Reproduction Update” ha rilevato già una riduzione drastica del numero medio degli spermatozoi per ogni uomo sano, passando da 99 milioni per millilitro nel 1973 a 47 milioni. Non è chiaro cosa ha determinato questo peggioramento, ma le mutate abitudini e stili di vita (alcool, fumo, cattiva alimentazione, stress), l’inquinamento ambientale e dei luoghi di lavoro hanno avuto sicuramente un peso determinante. Durante un ciclo di fecondazione in vitro in laboratorio viene analizzato il liquido seminale. Successivamente alla valutazione dei parametri quantitativi e qualitativi, avviene una selezione degli spermatozoi da impiegare per l'inseminazione degli ovociti mediante separazione per gradienti di densità.In questa procedura avviene la rimozione del plasma seminale mediante lavaggio, la valutazione del numero di spermatozoi "migliori" dal punto di vista morfologico e di motilità, separandoli dagli spermatozoi morti e dai detriti. Negli ultimi anni è stata introdotta un'innovativa metodologia di selezione degli spermatozoi applicata durante un ciclo di fecondazione in vitro, ovvero la selezione microfluidica. Questo è un metodo selettivo degli spermatozoi che prevede l'utilizzo di un chip. Il metodo si basa sul principio della selezione naturale degli spermatozoi passando attraverso microcanali che simulano l’ambiente naturale del sistema riproduttivo femminile. Questi microcondotti funzionano come un filtro che seleziona solo spermatozoi di alta qualità. Con l'impiego della selezione microfluidica degli spermatozoi viene ridotto il rischio di ROS (Reactive Oxygen Species) e di danni al DNA dello spermatozoo, di conseguenza gli spermatozoi selezionati hanno una migliore morfologia, DNA non frammentato e più del doppio della vitalità e della motilità nei confronti degli spermatozoi non selezionati. Con la microfluidica però i liquidi seminali gravemente compromessi (criptozoospermici e campioni provenienti da biopsie e/o agoaspirazioni testicolari) non possono essere trattati. Infine l'impiego della selezione microfluidica permette agli operatori una maggiore rapidità di esecuzione della tecnica, aumenta il tasso di successo della gravidanza e riduce significativamente il numero di aborti durante la fecondazione in vitro. Riassumendo la microfluidica garantisce: massima imitazione del meccanismo naturale di selezione degli spermatozoi selezione di soli spermatozoi di alta qualità con il DNA non frammentato maggiore rapidità di esecuzione della tecnica riduzione significativa del rischio di aborto spontaneo nessuna centrifugazione con riduzione dello stress ossidativo degli spermatozoi. Viene indicata nei pazienti con: elevata frammentazione del DNA spermatico IUI ripetutamente fallite un tasso basso di fecondazione degli ovociti utilizzando il metodo ICSI aborti ripetuti embriotransfer ripetuto senza successivo annidamento dell'embrione qualità insufficiente degli embrioni BIBLIOGRAFIA: Total Motile Sperm Count Trend Over Time: Evaluation of Semen Analyses From 119,972 Men From Subfertile Couples. Ashley W Tiegs, Jessica Landis, Nicolás Garrido, Richard T Scott Jr, James M Hotaling Comparison of microfluid sperm sorting chip and density gradient methods for use in intrauterine insemination cycles. Gode, F., Bodur T., et al. Fertility and Sterility (2019). doi: 10.1016/j.fertnstert.2019.06.037 A treatment approach for couples with disrupted sperm DNA integrity and recurrent ART failure. Parrella, A., Keating, D., Cheung, S. et al. J Assist Reprod Genet (2019). doi: 10.1007/s10815- Selection of Functional Human Sperm with Higher DNA Integrity and Fewer Reactive Oxygen Species. Asghar, W., Velasco, V., Kingsley, J. L. et al. Adv. Healthcare Mater. (2014), 3: 1671-1679. doi: 10.1002/adhm.201400058 ;

6.5.2024

seguici

guarda il video su CMR