Le testimonianze del CMR: Elisa

Le testimonianze del CMR: Elisa

Elisa ci parla dell'Endometriosi

Da sempre il mese di Marzo è dedicato alla donna ed è anche il mese dedicato ad un'altra iniziativa importante, quella legata alla consapevolezza di una patologia che colpisce a oggi 3 milioni di donne: l'endometriosi.

Oggi abbiamo deciso di riportarvi la testimonianza di una nostra paziente e ormai amica, che ne soffre in prima persona.


Mi è stata chiesta una testimonianza su una patologia ancora oggi poco conosciuta.

Marzo è il mese dedicato all'endometriosi.

Si stima che 1 donna su 10 ne soffra, finalmente qualcosa si sta muovendo sulla conoscenza e sulla sensibilizzazione di questa patologia, mia compagna di vita da quando il mio corpo mi ha reso signorina.

E oggi la donna che sono lo devo anche alla mia esperienza con lei.


Sentii il nome endometriosi la prima volta a 19 anni , dopo il solito ciclo doloroso, dopo i soliti svenimenti, dopo che mia mamma d'urgenza mi portò al pronto soccorso.

Fu la prima volta che i miei dolori da ciclo furono presi realmente in considerazione dalla mia famiglia, dai miei amici e dai miei professori di liceo che puntualmente sgranavano gli occhi e esclamavano "eh quante scene per un ciclo !, Stai esagerando!!!".

Fu la prima volta che al mio dolore venne attribuito un Nome; mi avevano quasi convinto che era la mia soglia del dolore troppo bassa, convivevo con i dolori lancinanti ormai ogni giorno e non più nella settimana del ciclo, erano la mia routine finché un giovane medico tirocinante visitandomi mi disse: "Elisa non sei esagerata tu soffri di endometriosi!".

Strano che la diagnosi venne fatta da un giovane tirocinante e non dal primario del reparto di ginecologia che dell'endometriosi non conosceva quasi nulla!


Endo che !??? Risposi esattamente così; e ancora oggi quando parlo di questa malattia le persone mi pongono la stessa identica domanda.

Forse perché ancora oggi se ne parla poco, forse perché è una malattia sottovalutata che, subdola, può divorare gli organi delle donne in età fertile.


Alla diagnosi seguì un'intervento di 7 ore, perché chi mi operò non era pronto e preparato a intervenire su una malattia così infiltrante: così ripulirono le cisti che si erano formate, mi diedero una pacca sulla spalla dicendomi di iniziare una cura che mi avrebbe portato a una menopausa artificiale e da lì sempre sotto terapia ormonale, finché non avrei deciso di fare un figlio; una sola raccomandazione: cercare il prima possibile una gravidanza. Avevo solo 19 anni, la gravidanza non era sicuramente nei miei progetti!


Così mentre tutti avevano come problema cosa indossare il sabato, io iniziando la cura avevo il problema di affrontare la mia menopausa indotta con tutte le conseguenze, convivendo con I dolori che migliorarono dopo l'intervento ma che non scomparirono.

Trasferendomi a Milano x studi mi visitarono 10,15 forse anche 20 ginecologi, ancora oggi moltissimi medici non sanno spiegare e darti una reale diagnosi, per non parlare dello Stato che, non riconoscendola come malattia invalidante, costringe centinaia di donne a dover pagare tutte le cure palliative e le visite.


Nel 2019, grazie ai suggerimenti del Dott.Sodano del CMR, sono arrivata in un centro specializzato, la diagnosi tramite eco 3d fu pesante, molti organi erano totalmente ricoperti da endometriosi, retto, vagina, intestino ... , ne uscii dopo 6 ore di intervento con una resezione intestinale e fortunatamente senza stomia!


Finalmente il ciclo tornò per la prima volta nella mia vita senza dolori ne emorragie.

Inizio così la mia ricerca di gravidanza: mese dopo mese la speranza era quella di un ritardo ma puntualmente il ciclo arrivava, così, dopo vari mesi di tentativi e infiniti esami, ci siamo affidati al CMR, dove ci hanno accompagnato lungo tutto il percorso di procreazione assistita ,trasmettendoci serenità e coraggio.


Oggi abbraccio la mia piccola Ambra, ancora incredula per il grande sogno che il dottor Sodano e tutta la sua équipe ci hanno dato la possibilità di realizzare.


Ah dimenticavo! Durante il percorso di fecondazione un terzo intervento mi fece dire addio alla tuba sx , anche lei divorata dall'endometriosi!

Spiegare cosa sia esattamente questa patologia a parole è complicato, l'ho sempre immaginata come un filo spinato che avvolgendo gli organi internamente stringe e causa bruciore e dolore .

Durante i miei vari interventi ho conosciuto ragazze giovanissime perdere organi importanti e spesso la speranza di diventare un giorno Mamme, ho visto donne versare infinite lacrime non riuscendo a pagare visite mediche e medicine dai prezzi folli.

Mi ha fatto apprezzare la vita ogni giorno, soprattutto quando i dolori ti danno tregua, alzi su le mani e vivi pienamente le tue giornate in attesa che gli studi medici possano finalmente trovare una cura e la causa definitiva.


Elisa B.


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articolo a cura di

Dott. Maurizio Sodano Medico chirurgo specialista in ostetricia e ginecologia

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6.5.2024
Alimentazione e PMA

Seguire delle indicazioni nutrizionali, almeno 3 mesi prima dall’inizio della stimolazione ormonale, può essere un valido supporto alla coppia che decide di intraprendere un percorso di PMA. Questo perché sia il follicolo ovarico che lo spermatozoo impiegano circa 90 giorni per arrivare alla fase di maturazione e, questa è una finestra temporale ideale per migliorarne la qualità, aumentando le probabilità di un esito positivo. I miei consigli nutrizionali per tutte le coppie che intraprendono questo percorso sono: • Preferire alimenti biologici. • Preferire carne e latticini biologici o di allevamento all’aperto (senza l’utilizzo di ormoni). • Frutta e verdura di stagione e, preferibilmente, biologici. • Buona quota proteica in tutti i pasti della giornata. • Preferire alimenti integrali. • Adeguato apporto di verdure a pranzo e cena. • Consumare semi germogliati. • Aumentare alimenti con proprietà antiossidanti. • Consumare Crucifere per stimolare la via metabolica degli estrogeni. • Consumare cibi fermentati per la salute intestinale (un microbiota sano è fondamentale per la corretta metabolizzazione degli ormoni, per supportare il sistema immunitario e per ridurre i livelli di infiammazione sistemica). • Bere 2l di acqua al giorno. • Aumentare il consumo di alimenti ricchi di magnesio, acido folico, vitamina B12, vitamina C e omega-3. • Evitare alcol, caffeina e fumo. • Evitare dolcificanti artificiali, conservanti e additivi alimentari. Se non ci fosse il tempo di preparazione dei 3 mesi, si può comunque seguire dei consigli nutrizionali più mirati, per ogni fase del percorso di fecondazione assistita, da personalizzare alla coppia. Vediamone alcuni. Stimolazione ormonale La stimolazione ormonale potrebbe portare la donna a soffrire di ritenzione di liquidi. Ecco alcuni consigli per contrastarla: • Preferire una colazione salata • Ridurre il consumo di zuccheri semplici e carboidrati raffinati • Evitare lunghe cotture di verdure • Ridurre il consumo di passati e minestroni di verdure • Evitare il consumo di prodotti alimentari ricchi di sale • Preferire verdure amare e verdure a foglie verde Fase di prelievo degli ovociti In questa fase è importante garantire un corretto transito intestinale. Per questo si consiglia di bere 2 litri di acqua al giorno, consumare un apporto adeguato di fibra da frutta e verdura (ricordando che l’eccesso di fibra può causare occlusione intestinale!), condire la verdura con olio extra vergine di oliva, consumare passati di verdure e zuppe di legumi. In caso di stipsi può essere utile consumare 2-3 mele cotte al giorno o 2-3 prugne secche lasciate in ammollo tutta una notte. Fase di trasferimento degli embrioni Per favorire l’attecchimento degli embrioni, si consiglia di consumare alimenti che favoriscono un buon flusso sanguigno per apportare nutrienti all’utero: frutti di bosco, agrumi, anguria, melone, succo di melograno, ananas, kiwi e spezie come zenzero, origano e curcuma. Inoltre, per evitare contrazioni uterine, sarebbe meglio evitare tisane ed infusi di semi di finocchio, salvia, menta, camomilla, foglie di lampone. Bibliografia https://www.medscape.com/viewarticle/803821 https://www.fertstert.org/article/S0015-0282(12)00901-6/pdf https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17978119/ ;

6.2.2024
L'ovodonazione

Oggi nel nostro blog vogliamo illustrarvi l'ovodonazione, un trattamento di fecondazione eterologa medicalmente assistita, ne parliamo in questo articolo a cura della Dott.ssa Grazia Pettinau Ginecologa collaboratrice di C.M.R. L’ovodonazione Al giorno d’oggi sempre più coppie affrontano un percorso di fecondazione eterologa. Vediamo in cosa consiste e perché è così diffusa. La causa più frequente è sicuramente il fattore età: attualmente circa 35 donne su 100 ricercano una gravidanza dopo i 40 anni e, purtroppo, sappiamo che in questa fascia di età i tassi di successo con fecondazione omologa scendono drasticamente, sia per la quantità, che per la qualità degli ovociti residui a livello ovarico. Indubbiamente l’analisi genetica preimpianto (disponibile nelle altre sezioni del blog) nel contesto di un percorso di PMA, ci viene in aiuto nella selezione degli embrioni cromosomicamente euploidi ma, nonostante l’aiuto della tecnologia, non sempre riusciamo a soddisfare la volontà genitoriale delle coppie. Fra i trattamenti di fecondazione eterologa, vi è l’ovodonazione, che ci permette di superare il problema della qualità ovocitaria e di arrivare a una gravidanza nel 60-70% dei transfer, per aumentare quasi al 90% se si parla di tassi di gravidanza cumulativa (ossia sommando i vari transfer possibili nell’arco dello stesso ciclo). Dal punto di vista legislativo, con la sentenza 162/2014 è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa medicalmente assistita e questo è stato il passaggio fondamentale per consentire alle coppie italiane di accedere a queste tecniche sul territorio italiano. Il percorso clinico prevede in primis un colloquio durante il quale si illustra in modo esaustivo il percorso e si procede alla discussione del consenso informato. Inizia quindi la fase diagnostica, che comprende tutti gli accertamenti preliminari maschili e femminili volti ad escludere eventuali problematiche seminali oppure eventuali patologie femminili che possano interferire con l’impianto e l’evoluzione embrionaria o che controindichino l’instaurarsi di una gravidanza; nell’ambito degli esami preliminari è anche possibile effettuare le indagini genetiche che consentono il matching con la donatrice (si tratta di un test che va a ricercare le malattie genetiche recessive più frequenti nella nostra area e, nel caso in cui si individui lo stato di ‘portatore’ di qualche malattia, si andrà a escludere la stessa nella donatrice). Si procede quindi al rilascio e al congelamento del campione di liquido seminale che viene poi inviato alla clinica partner che si occupa della fase operativa lato donatrice: la selezione della stessa viene operata in base alle caratteristiche fenotipiche della coppia e, se richiesto, si procede al matching genetico. Viene quindi effettuata la stimolazione ovarica della donatrice, il pick up e, a seguire, la generazione in laboratorio degli embrioni. Gli embrioni vengono quindi congelati e trasferiti nel nostro laboratorio dove verranno conservati fino al successivo transfer. A questo punto si procede alla preparazione endometriale della paziente, una procedura piuttosto semplice e poco impattante dal punto di vista fisico e terapeutico, in quanto la somministrazione di farmaci è davvero ridotta al minimo. Si procede quindi al transfer embrionario sotto guida ecografica, come illustrato nella sezione ‘fase operativa della PMA’. Nei giorni successivi si farà il test di gravidanza su sangue per verificare il successo del trattamento. Per ulteriori informazioni clicca sul link: https://www.infertilitadicoppia.com/fecondazione-eterologa.html ;

24.11.2023

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