Oggi nel nostro blog vogliamo illustrarvi l'ovodonazione, un trattamento di fecondazione eterologa medicalmente assistita, ne parliamo in questo articolo a cura della Dott.ssa Grazia Pettinau Ginecologa collaboratrice di C.M.R.
L’ovodonazione
Al giorno d’oggi sempre più coppie affrontano un percorso di fecondazione eterologa.
Vediamo in cosa consiste e perché è così diffusa.
La causa più frequente è sicuramente il fattore età: attualmente circa 35 donne su 100 ricercano una gravidanza dopo i 40 anni e, purtroppo, sappiamo che in questa fascia di età i tassi di successo con fecondazione omologa scendono drasticamente, sia per la quantità, che per la qualità degli ovociti residui a livello ovarico.
Indubbiamente l’analisi genetica preimpianto (disponibile nelle altre sezioni del blog) nel contesto di un percorso di PMA, ci viene in aiuto nella selezione degli embrioni cromosomicamente euploidi ma, nonostante l’aiuto della tecnologia, non sempre riusciamo a soddisfare la volontà genitoriale delle coppie.
Fra i trattamenti di fecondazione eterologa, vi è l’ovodonazione, che ci permette di superare il problema della qualità ovocitaria e di arrivare a una gravidanza nel 60-70% dei transfer, per aumentare quasi al 90% se si parla di tassi di gravidanza cumulativa (ossia sommando i vari transfer possibili nell’arco dello stesso ciclo).
Dal punto di vista legislativo, con la sentenza 162/2014 è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa medicalmente assistita e questo è stato il passaggio fondamentale per consentire alle coppie italiane di accedere a queste tecniche sul territorio italiano.
Il percorso clinico prevede in primis un colloquio durante il quale si illustra in modo esaustivo il percorso e si procede alla discussione del consenso informato.
Inizia quindi la fase diagnostica, che comprende tutti gli accertamenti preliminari maschili e femminili volti ad escludere eventuali problematiche seminali oppure eventuali patologie femminili che possano interferire con l’impianto e l’evoluzione embrionaria o che controindichino l’instaurarsi di una gravidanza; nell’ambito degli esami preliminari è anche possibile effettuare le indagini genetiche che consentono il matching con la donatrice (si tratta di un test che va a ricercare le malattie genetiche recessive più frequenti nella nostra area e, nel caso in cui si individui lo stato di ‘portatore’ di qualche malattia, si andrà a escludere la stessa nella donatrice).
Si procede quindi al rilascio e al congelamento del campione di liquido seminale che viene poi inviato alla clinica partner che si occupa della fase operativa lato donatrice: la selezione della stessa viene operata in base alle caratteristiche fenotipiche della coppia e, se richiesto, si procede al matching genetico.
Viene quindi effettuata la stimolazione ovarica della donatrice, il pick up e, a seguire, la generazione in laboratorio degli embrioni. Gli embrioni vengono quindi congelati e trasferiti nel nostro laboratorio dove verranno conservati fino al successivo transfer.
A questo punto si procede alla preparazione endometriale della paziente, una procedura piuttosto semplice e poco impattante dal punto di vista fisico e terapeutico, in quanto la somministrazione di farmaci è davvero ridotta al minimo. Si procede quindi al transfer embrionario sotto guida ecografica, come illustrato nella sezione ‘fase operativa della PMA’.
Nei giorni successivi si farà il test di gravidanza su sangue per verificare il successo del trattamento.
Per ulteriori informazioni clicca sul link: https://www.infertilitadicoppia.com/fecondazione-eterologa.html