Nel mondo occidentale, ed in particolare in Italia, si osserva da tempo un progressivo innalzamento dell'età in cui si ricerca una gravidanza, spesso la prima.
Il procrastinare la ricerca di un figlio fa sì che si riduca progressivamente la probabilità di concepimento e questo è dovuto a vari fattori:
– la progressiva diminuzione di qualità e quantità delle cellule uovo
E' un processo irreversibile che la natura ha previsto affinchè la donna non mettesse a rischio la propria salute od addirittura la vita con una gravidanza in età avanzata.
– Il maggior tempo a disposizione di svariate patologie per arrecare danno all'apparato riproduttivo sia femminile che maschile.
– Il peggioramento della qualità del liquido seminale.
Abbiamo esposto sinteticamente quali sono le conseguenze del tempo che passa, vediamo ora come la scienza può aiutare quelle coppie che si trovano in una condizione di infertilità fondamentalmente dovuta all'età avanzata.
La fecondazione in vitro è ormai diventata sempre più l'arma maggiormente utilizzata, questo perché consente di produrre e fecondare più ovociti contro l'unico uovo che una donna produce naturalmente,
Ottenere più embrioni fa sì che aumenti la probabilità che ci sia quello giusto che possa generare la nascita del tanto atteso bambino.
In età avanzata però purtroppo aumentano le alterazioni cromosomiche degli embrioni dovuta alla sempre peggiore qualità di uova e spermatozoi, quindi è importante sapere se gli embrioni che si formano sono geneticamente normali, in questo ci viene in soccorso la scienza attraverso la diagnosi preimpianto.
La diagnosi preimpianto o test genetico preimpianto o PGT consiste nel prelievo di alcune cellule dall'embrione allo stadio di blastocisti (quinto giorno di sviluppo dopo la fecondazione) che vengono poi analizzate verificando il corretto assetto cromosomico.
Perché è importante la diagnosi preimpianto?
Nelle coppie in età avanzata sappiamo, e lo abbiamo detto prima, che le alterazioni cromosomiche, le cosiddette aneuploidie, aumentano notevolmente, quindi trasferendo in utero un embrione aneuploide questo può non impiantarsi o, peggio ancora, impiantarsi dando luogo ad un aborto spontaneo o terapeutico.
Il PGT ci permette di trasferire in utero embrioni cromosomicamente normali (euploidi) che hanno un'elevata probabilità d'impianto e nello stesso tempo evitare gli aborti (ovviamente da causa genetica) che sono fortemente traumatici per una coppia che sa di essere al termine della propria vita riproduttiva.
Fare il PGT può anche portare al mancato trasferimento in utero di embrioni, se non ve ne fossero di normali, ma questo comunque riduce il tempo per un nuovo tentativo di fecondazione in vitro che, in caso di aborto di un embrione trasferito senza PGT, si sarebbe allungato di mesi e la coppia non ha tutto questo tempo.
In conclusione possiamo dire che la diagnosi preimpianto può essere eseguita con vantaggio in tutte le coppie che si sottopongono a cicli di fecondazione in vitro, ma quelle che si giovano maggiormente di questa tecnica sono sicuramente quelle over 38-40 anni in cui le aneuploidie embrionarie sono più frequenti e quindi è più alto il rischio del mancato impianto o dell'aborto.
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